Fino Mornasco (Como), 1991.
2021
ceramica raku
dimensioni variabili
«L’intervento mira a riconsiderare gli alberi scelti come scultura viva su cui l’artista interviene insinuandosi in corrispondenza dei tagli, nelle parti morte dell’albero, con elementi in ceramica dalle forme voluttuose e organiche.
La forma dell’albero è il solidificarsi del suo tempo di crescita. Visibili nella corteccia troviamo i segni della sua storia.
Il coagulo è il solidificarsi di una memoria liquida, una liquidità che nutre e ingrossa il frutto e che ripara le ferite».
Diplomata all’Istituto d’Arte Fausto Melotti di Cantù, si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera dove consegue con lode la laurea triennale e specialistica in Arti Visive. Nel 2018 tiene la sua prima personale Fragile eterno, presso YAG/garage, Pescara. Partecipa a collettive, residenze e premi tra cui: Radici, Centro di Palmetta, Terni, 2020; Humus Park - International Land Art Meeting and Exposition, Pordenone, 2016; XXV Anniversario Erasmus, MACRO, Roma, 2012. Realizza un’opera permanente in occasione della prima edizione de I Giardini di via Caravaggio di Pescara. La sua ricerca si sviluppa attorno alle nozioni di tempo e paesaggio, e al nostro essere da-sein, con innate pulsioni di sessualità e morte, gettati in essi e indissolubilmente ad essi legati. L’albero, materia viva, in divenire, è metonimia di paesaggio, così come lo sono per esso i rami morti raccolti, impalliditi dal tempo, simili ad ossa. I suoi interventi mirano a divenire parte stessa del paesaggio, sottolineandone le ferite e creandone reliquie.