Edizione 2021

Francesca Baldrighi

Cremona, 1968.

La città condivisa, case per profughi del III millennio

2019-2020
mattone laterizio forato e pieno decorato a engobbio
dimensioni variabili

«Ipotesi d’architettura per insetti, case rifugio per vittime dell’antropizzazione esasperata del III millennio. Api, insetti impollinatori, specie da cui dipende la nostra esistenza sono esiliati a causa del consumismo industrializzato.
L’installazione intende sollecitare nello spettatore una sensibilità ecologica e una serie di interrogativi sulla possibilità che la coesistenza tra insetti ed esseri umani possa pacificamente mantenersi e rinnovarsi.
L’uso del laterizio, utilizzato per la costruzione della “tana” umana, è qui utilizzato per la costruzione della tana animale. Siamo tutti in egual modo abitanti del pianeta».

 

Biografia dell’artista

Dopo il diploma in Pittura e in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, arricchisce la sua esperienza collaborando con architetti e artisti, formandosi in svariate tecniche fino a giungere al TAM (centro di Trattamento Artistico dei Metalli di Pietrarubbia, Pesaro e Urbino), sotto l’egida di Arnaldo Pomodoro. L’incontro con la ceramica fa sì che il tatto sia unito al pensiero nella realizzazione di sculture che divengono quesito di stampo sociale. L’espressione più intensa si sviluppa nella creazione di installazioni educativo-relazionali. La tematica ambientale è il perno attorno a cui ruota l’ultima produzione: è evidente l’esigenza di rendere l’uomo consapevole del suo “essere” nel mondo e dell’inconsulto delittuoso operare nello stesso.