Edizione 2019

Virginia Clericetti

Mariano Comense (Como), 1984.

Fragile

gesso, colla, polvere dorata
dimensioni variabili

C’è una crepa in ogni cosa; è così che entra la luce.
Leonard Cohen

“In giapponese, il termine kintsugi indica non solo la tecnica di ricomporre il vasellame rotto attraverso l’oro, ma una vera e propria filosofia. Questo processo presuppone la pazienza di raccogliere i cocci e l’attenzione nel rimetterli insieme, utilizzando un materiale bello e importante come l’oro. Fragile origina da questo concetto, applicandolo a ciò che abbiamo di più unico: la nostra umanità. Una distesa di gusci infranti che va a rappresentare proprio la fragilità della vita, che con i suoi colpi può mandare in frantumi tutto quanto. La rottura non è necessariamente una condanna definitiva. Ecco allora che dai cocci si può ripartire e ricostruire il proprio guscio, non perfetto come prima, ma per questo ancora più bello e prezioso. La fragilità non come difetto o mancanza, ma come occasione di una vita nuova e come valore aggiunto di quell’imperfezione che ci rende umani”.

 

Biografia dell’artista

Diplomatasi all’Istituto d’Arte Fausto Melotti di Cantù, Virginia Clericetti lavora come decoratrice. Da sempre sperimenta diverse tecniche espressive, seguendo corsi di formazione che le permettano di ampliare le proprie conoscenze, dall’illustrazione botanica alla doratura, dall’incisione e dalla stampa alla pittura, tutto ciò che è o può diventare medium espressivo di un’idea, un sentimento o anche solo l’evocazione di un’emozione. La sua ispirazione principale nasce dalla natura, già di per sé maestra della decorazione e dei delicati contrasti, e confluisce poi nell’arte orientale e soprattutto in quella giapponese, ideatrice di tecniche soavi, altamente espressive.