Edizione 2019

Anaid Manoukian

Milano, 1970.

S-punto di riflessione

canne, legni, specchio, corde, tondini di ferro, foglie di palma, Ilex, Laurus nobilis
dimensioni variabili

“La Natura è un luogo della mente e del pensiero dove riavvicinarsi all’aspetto più arcano della propria esistenza. Non chiede di essere completata o migliorata, né esteticamente, né funzionalmente, ma di essere letta. L’arte che in cattività si ispira e riproduce la Natura stessa, quando abbandona il proprio spazio per accostarvisi, non può certo pensare di integrare, abbellire o modificare un’armonia. Si deve fermare per mostrare, con tutta la poesia di cui è capace, come la legge un artista. L’estasiante immagine riflessa dell’intrico di rami che si protendono verso l’esterno altro non è che il riflesso della Forza della Natura; la Forza che da millenni spinge ciascun albero a slanciarsi verso la luce, per vivere e per creare l’ombra necessaria allo sviluppo delle forme di vita sottostanti”.
Indicazioni per il visitatore: segui il percorso tra le canne

 

Biografia dell’artista

Sin da bambina realizza sculture, disegni ed opere che impiegano materiali poveri e di recupero. Da qualche anno ha iniziato a produrre opere con tempi e modi più strutturati. Il motore che la anima è la volontà di esprimere le emozioni provate, nel tentativo di trasmettere a chi guarda le stesse sensazioni, quasi come se universalizzarle desse loro il senso di essere state realmente vissute. In un mondo spesso disumano, dominato da schiavizzanti dipendenze, in cui non si riesce ad avere l’umanità e la purezza di emozionarsi, provare emozioni è ciò che ci rende umani, ma costa, poiché ci pone davanti a qualcosa di sorprendentemente incontrollabile e nuovo. Ed è un peccato che un’emozione cessi di esistere immediatamente dopo essere stata vissuta; ecco perché si cerca di tradurre e universalizzare le emozioni, dalla meraviglia al senso di umana piccolezza che si prova di fronte a una notte stellata, dalla tenerezza del vedere il gesto di una carezza al dolore di un cuore che si spezza, dall’estasiante completezza che si prova nel bosco sino al senso di devastazione di fronte al vuoto e alla disillusione causati dalla guerra.