Edizione 2015

Filippo Borella

Cantù (Como), 1973. Vive e lavora a Cabiate (Como).

Riposapasseri

tronco e rami di acero, pane, diffusori audio, trucioli di legno, acqua, avena tritata e semi di girasole
dimensioni variabili (figura cm 150 x 230)

“In una società ormai improntata sull’individualismo e sul disinteresse verso il prossimo, la terra ristabilisce il concetto primordiale del diritto a un luogo sicuro in cui stare, offrendo, anche nei suoi elementi morti, un luogo vivo di riparo e protezione.
Il
Riposapasseri è un inno alla giustizia sociale e uno spunto di riflessione su come la natura, al contrario dell’apparente progresso dell’uomo, garantisca sempre e comunque nelle sue forme il rispetto del diritto alla vita e la soddisfazione dei suoi bisogni elementari. La scultura lignea dalle sembianze antropomorfe riscatta l’uomo, che in questa situazione si fa nido per un altro essere vivente. Dai diffusori audio disposti sul tronco vengono emessi i cinguettii di più specie di volatili, come a indicare che ogni specie è ben accetta. Sulla testa è posizionato un contenitore, per permettergli di abbeverarsi, sugli arti del pane per nutrirsi”.

 

Biografia dell'artista

Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi in cui rielabora il concetto di superficie e spazialità, dalla quale scaturisce una personale e interattiva opera artistica. Nel 1998 frequenta un corso superiore di scultura e gioiello, presso il Centro TAM di Urbino, diretto da Eliseo Mattiacci e presieduto da Arnaldo Pomodoro. Nel 1999 fonda lo Studio Trickster per una ricerca artistica nell’ambito relazionale. Nel 2003 vince il Primo Premio per la Scultura Arte Mondadori e nel 2005 partecipa al workshop Estetica della Resistenza, tenuto da Alfredo Jaar alla Fondazione Antonio Ratti di Como a cura di Roberto Pinto. Si specializza in tecniche di progettazione di percorsi e spazi di creatività visuale con Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini. Frequenta diversi laboratori teatrali con Judith Malina (The Living Theatre) e con Peter Schumann (Bread and Puppet). Finalista del Primo Premio della Performance Internazionale alla Galleria Civica di Trento con Marina Abramović. Attualmente la sua ricerca artistica lo porta ad applicare il metodo pedagogico di Paulo Freire e a studiare la figura del clown nel sociale, frequentando i corsi del dottor Patch Adams. Nel 2007 è selezionato da Angela Madesani per partecipare al premio San Fedele e nello stesso anno viene presentato da Luciano Caramel al Premio New York. Dal 2008 è docente di arte visiva e discipline architettoniche all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Dal 2014 è direttore artistico della Scuola d’Arte di Cabiate.